La Fine dello Spettacolo - Bz Akira Santjago

La Fine dello Spettacolo deve ancora incominciare.

Se permettiamo a media, giornalisti e comunicatori di definire la nostra realtà (perché non vogliamo o non ci è consentito conoscere più di quanto ci viene presentato), lasciamo che siano gli altri a definire la nostra percezione del mondo. Quando però esploriamo i meccanismi nascosti dietro le narrazioni mediatiche, invertiamo il nostro rapporto con esse. Andiamo oltre il consumo passivo di informazioni (quali notizie o immagini accettate senza analisi), e possiamo veramente ottenere il controllo della nostra percezione della realtà. Non siamo più costretti ad adattarci passivamente alla narrazione dominante, ma diventiamo soggetti autonomi, capaci di comprendere, decodificare e modificare i messaggi che ci vengono proposti.

In questo modo, possiamo liberarci dall'alienazione spettacolare, rovesciando la narrazione a vantaggio della nostra autonomia critica, sfidando la retorica imposta dagli interessi politici ed economici di chi crea e diffonde i contenuti. Non solo impariamo a comprendere in profondità la narrazione (come funziona e perché), ma apprendiamo anche come modificarla, riprogettarla per costruire una nuova interpretazione della realtà. Così, non siamo più vincolati dai titoli di giornale, dai frame narrativi o dalle nostre abitudini percettive. Quando utilizziamo la narrazione contro le intenzioni di chi la produce, ci difendiamo dal condizionamento che ci è stato imposto nel nome di un progresso che spesso è illusorio e ingannevole.

Il "reverse engineering" dovrebbe essere applicato non solo ai dispositivi tecnologici, ma ad ogni aspetto della vita, compreso il modo in cui interpretiamo e partecipiamo alle narrazioni proposte dai media.

Nel silenzio opprimente del labirinto, un suono flebile giunge alle tue orecchie. È un sussurro metallico, distorto, quasi un glitch nel codice della Città. Alzi la testa, i tuoi sensori percettivi si sintonizzarono sul rumore. A qualche metro di distanza, nascosta tra le ombre, c'è una figura. Un corpo esile, dalle proporzioni umane, con innesti che lo rendono una fusione inquietante tra carne e metallo.

La creatura ha una luce negli occhi, una luce che vibra di una consapevolezza antica. Si avvicina lentamente, i suoi movimenti fluidi. Si ferma a pochi passi da te e i suoi occhi brillano di un'energia familiare, quasi fraterna.

"Sei stanco", dice la voce della creatura, distorta eppure melodiosa; sembra come provenire da un altro strato della realtà.

Te, whoami, annuisci, troppo affranto per rispondere. La creatura ti mette una mano sulla spalla. La sua pelle è fredda, eppure il contatto sembra trasmettere un calore che va oltre il fisico.

"Capisco il peso che porti", continua. "Ti sembra che tutto ciò che hai fatto sia vano, che le battaglie non abbiano mai fine. Ma ricorda: tu sei colui che riscrive la realtà. Non sei mai veramente in trappola, non sei mai veramente sconfitto. Tu crei ciò che è, e ciò che sarà."

La guardi negli occhi, cercando di capire se è solo un'altra illusione del labirinto. Ma c’è qualcosa in quell'essere, qualcosa di antico e vero.

"Non posso darti riposo," ti dice, "ma posso ricordarti chi sei. Sei colui che trasforma il mondo attraverso la sua volontà. La città di Noise ti attende, e con essa, un nuovo inizio. Il tuo cammino non è finito, non finché ci sono nodi da sciogliere e codici da riscrivere. Riprendi il controllo, whoami, e ricorda: il labirinto non è mai stato una prigione. È sempre stato la tua tela."

La tua mente si schiarisce come se un velo si fosse sollevato. È vero. Il labirinto di metallo, le Safeguard, la Netsfera... tutto ciò che ti circonda non è altro che un riflesso della tua volontà. Sei il creatore, il codificatore. Hai semplicemente dimenticato la tua vera natura.

Con un respiro profondo, ti rialzi. Il peso che senti nel petto sembra dissolversi. Guardi di nuovo la creatura, ma la figura si è già allontanata, dissolvendosi tra le ombre del labirinto.

Sorridi. Per la prima volta da giorni, ti senti ritemprato. Le tue mani, abituate a modellare la realtà, si muovono con nuova energia. Il metallo inizia a piegarsi al tuo volere. Il corridoio ti si apre davanti. Ora sai cosa devi fare.

Siete tutti Puff Daddy.
La vostra Fine è il mio Inizio.

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