Black Box - Bz Akira Santjago
Perche non compari più nei tuoi video e non fai più le videomusiche come le facevi prima?
Akira: Perchè le ho già fatte. Non devo creare prodotti da vendere, voglio creare libero ed esplorare, sperimentare.
Nel desolato livello delle rovine, appena sotto la superficie, tra neve, ghiaccio e aria rarefatta, avanzi con cautela; il viso coperto da una maschera collegata a una bombola di ossigeno riposta nello zaino. L'ambiente è animato da minacce silenziose: insetti giganti si muovono tra i resti metallici di antiche strutture. Dopo interminabili ore di ricerca, scorgi un artefatto tecnologico, sepolto sotto il ghiaccio, stranamente intatto e sconosciuto. Un cubo nero e alieno.
Con la fredda scatola nera tra le mani, ti accovacci al riparo di un'abitazione in rovina, lontano dagli insetti colossali che si muovono lentamente, rallentati dal ghiaccio. Con mani abituate alla precisione, tremanti di cuorisità ed entusiasmo, estrai dal tuo kit un set di microstrumenti: pinzette, mini-cacciaviti, alcuni analizzatori e un rilevatore di impulsi. Inizi a smontare l'artefatto, individuando i punti di giuntura e delineando nella tua mente, delicate connessioni tra i componenti interni, ognuna più aliena e complessa della precedente. Ogni filo, ogni circuito racconta parte della storia frammentata di un'intelligenza antica e raffinata.
Man mano che ti addentri nel cuore dello strano cubo, noti segnali di impulsi intermittenti, come un codice che pulsa ancora di vita. Colleghi il rilevatore e inizi a decodificare lentamente i segnali residui, cercando nel tuo deck schemi o istruzioni che possano un minimo aiutarti. Non hai alcun dubbio, sono frammenti di una mappa dimenticata e stringhe di dati che potrebbero essere chiavi di accesso ad altre tecnologie nascoste. Ogni scoperta ti spinge sempre più a fondo, in una danza di logica e intuizione, nella speranza che quest'antico oggetto contenga le risposte che cerchi e, forse, anche qualcosa di più grande.
Il "reverse engineering" è l'esigenza, la pretesa da parte degli utenti di poter aprire, esplorare, modificare la tecnologia, secondo le proprie esigenze, ampliare e quindi sviluppare nuove caratteristiche per adattare ogni cosa al quadro tecnologico, che è sempre in evoluzione. è esplorazione in tempo reale oltre le possibilità ordinarie;
Akira: oggi mio padre mi ha madato queste foto e ha scritto "il mio computer"; io gli ho chiesto "si è rotto?" e lui "No, l'ho solo smontato e rimontato. Ero curioso di capire come era fatto: la CPU è raffreddata per dissipazione di calore tramite una striscia di rame che riscaldandosi sottrae calore; attraverso un condotto con griglia l'aria viene poi buttata fuori.."
Mio padre è il vero Reverse Engineer.
Acaruzza: Vabe, abbiamo capito da chi hai preso XD.
Akira: Perchè le ho già fatte. Non devo creare prodotti da vendere, voglio creare libero ed esplorare, sperimentare.
Nel desolato livello delle rovine, appena sotto la superficie, tra neve, ghiaccio e aria rarefatta, avanzi con cautela; il viso coperto da una maschera collegata a una bombola di ossigeno riposta nello zaino. L'ambiente è animato da minacce silenziose: insetti giganti si muovono tra i resti metallici di antiche strutture. Dopo interminabili ore di ricerca, scorgi un artefatto tecnologico, sepolto sotto il ghiaccio, stranamente intatto e sconosciuto. Un cubo nero e alieno.
Con la fredda scatola nera tra le mani, ti accovacci al riparo di un'abitazione in rovina, lontano dagli insetti colossali che si muovono lentamente, rallentati dal ghiaccio. Con mani abituate alla precisione, tremanti di cuorisità ed entusiasmo, estrai dal tuo kit un set di microstrumenti: pinzette, mini-cacciaviti, alcuni analizzatori e un rilevatore di impulsi. Inizi a smontare l'artefatto, individuando i punti di giuntura e delineando nella tua mente, delicate connessioni tra i componenti interni, ognuna più aliena e complessa della precedente. Ogni filo, ogni circuito racconta parte della storia frammentata di un'intelligenza antica e raffinata.
Man mano che ti addentri nel cuore dello strano cubo, noti segnali di impulsi intermittenti, come un codice che pulsa ancora di vita. Colleghi il rilevatore e inizi a decodificare lentamente i segnali residui, cercando nel tuo deck schemi o istruzioni che possano un minimo aiutarti. Non hai alcun dubbio, sono frammenti di una mappa dimenticata e stringhe di dati che potrebbero essere chiavi di accesso ad altre tecnologie nascoste. Ogni scoperta ti spinge sempre più a fondo, in una danza di logica e intuizione, nella speranza che quest'antico oggetto contenga le risposte che cerchi e, forse, anche qualcosa di più grande.
Il "reverse engineering" è l'esigenza, la pretesa da parte degli utenti di poter aprire, esplorare, modificare la tecnologia, secondo le proprie esigenze, ampliare e quindi sviluppare nuove caratteristiche per adattare ogni cosa al quadro tecnologico, che è sempre in evoluzione. è esplorazione in tempo reale oltre le possibilità ordinarie;
Akira: oggi mio padre mi ha madato queste foto e ha scritto "il mio computer"; io gli ho chiesto "si è rotto?" e lui "No, l'ho solo smontato e rimontato. Ero curioso di capire come era fatto: la CPU è raffreddata per dissipazione di calore tramite una striscia di rame che riscaldandosi sottrae calore; attraverso un condotto con griglia l'aria viene poi buttata fuori.."
Mio padre è il vero Reverse Engineer.
Acaruzza: Vabe, abbiamo capito da chi hai preso XD.